La guerra sì che fa male
quella rimpiange di non essere nata
le unghie a proiettili del mio cervello:
tutte ficcate nel lobo temporale;
scroscia ancora una volta
la mia perversione: d’avere ragione
di sentirmi migliore coi sensi a vibrare
(le vibrisse tagliate la gatta le vede sui tetti di strade)
la guerra è un concerto
di mandolini e chitarre
la guerra che guerra
senza un nemico
una patria,
una gloria
una pacifica vittoria
finirò a mangiare
il mio stesso fegato
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