Permetti, te ne prego,
che la consistenza grumosa
delle mie occasioni
non ti scivoli nel grembo
a macchiarti l’esistenza
e poi giù, fin dove il tempo vuole,
in giganteschi gorghi
fino al chakra della tua inedia.
Lasciami, almeno tu,
lasciamo andare il tempo
una volta tanto,
da solo, per la strada di ciottoli
anche se inciamperà
se piangerà sbucciato nei minuti
non soccorrerlo, non dargli il braccio
o se ne approfitterà
viziandosi.
Obbligami, per questa volta
a farmi da parte
nell’ossessione obbligata
delle mie furiose manie domestiche
a costruire un tuono
che faccia spazio a noi
in questa folla di sbigottiti,
in questa nave di folli.
Questa, per favore,
costringimi, per oggi.
Domani, mi ribellerò
senza far rumore;
non lo saprai
e io potrò fingere
che almeno quella volta
avrò vinto.
*ho nella testa di continuo la canzone degli Smiths Let me let me