A me il natale non piace. O meglio, mi sta indifferente.
Sarà stato l’insistente ossessivo rullare annuale di mia madre che me l’ha reso così superfluo. Oppure il diktat regalo (che farlo a mio fratello era sempre un incubo senza fine).
Non so, non ci trovo nulla di particolarmente magico.
Come del resto non do in escandescenze rimanendo senza regali, senza una festa da frequentare, dimenticata nel compleanno e via dicendo.
Per me non esistono scadenze per l’affetto. Voglio bene alla mia famiglia tutto l’anno e la vedo volentieri tutto l’anno.
Non penso nemmeno sia questione di ipocrisia. Proprio, non la ritengo una cosa fondamentale. Soprattutto vista la mole di volantini, pubblicità, interpretazioni, megaofferte che mi sommergono e danno alla nausea già dalla fine di novembre.
Per me le feste, così ostentate, stanno rendendo artificiale tutto questo amore che dovrebbe girare, sa tanto d’industriale.
Se fossimo in altre parti del mondo, in altre epoche, la festa sarebbe davvero un evento eccezionale, un periodo unico dell’anno, ma ora come ora, chi davvero non può permettersi ciò che gli viene donato? È davvero essenziale mangiarsi diciotto cotechini e quindici pandori accumulati nel tempo?
Istituirei un contro-natale: un periodo in cui non si spende, si mangiano (o meglio gustano) poche cose ben selezionate e si incontrano le persone che davvero abbiamo desiderio di rivedere.
E no, gli auguri delle feste non li faccio. Nemmeno qua.
Brava!
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addirittura 🙂 grazie
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🙂
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son d’accordo con te, passata l’adolescenza (ormai tanti anni…) ho perso lo spirito del natale; persi i nonni la tavola natalizia era simile a quella di ogni giorno,e ho sempre comunque mal tollerato qualsiasi banchetto luculliano .Il piacere di ritrovare le persone care è giustamente da distribuire nel corso dell’anno e senza dover sottostare a un consumismo sempre più enfatizzato. Ciao
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la mia famiglia è sempre stata ristretta, a parte una branca acquisita, non di sangue diciamo. non ho mai creduto molto in questa cosa del ritrovo di persone che vedo in effetti, sempre. penso sia più sensato (per me) coltivare il piacere del raccoglimento affettivo, umano e gastronomico. grazie
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